venerdì 22 maggio 2009

È un mondo di cose che non accadono

Un trolley può essere davvero scomodo... il treno delle 20:15 era guasto così il successivo era strapieno. Molti borbottano e mandano a quel paese la ragazza delle FS che annuncia l'apertura di due vagoni in fondo, noi che abbiam trovato posto davanti al bagno in testa al treno, unvecchioduedonneuntipochesembraBarrichelloeunacinese. Sorrido. Si sarà accorta di essere inutile.
Una vacanza necessaria, senza alcun dubbio. Avrei voluto star via ancora un po'. La quotidianità ti assorbe e porta via un po' di spontaneità, non è un controsenso. Non mi frega davvero nulla dei vostri affari che chiunque potrebbe fare.
A Bucarest è stato strano, il Bmw, l'assicuratore, la gente alla stazione. Non smetterò mai di perdere aerei. Rischio di perdere anche il treno ora, o almeno così credevo. Michela piedi di piombo ha da poco la patente, in macchina ha solo musica italiana, Patty Pravo, Al Bano e i Jalisse (mygod!) a tutto volume, parla un italiano perfetto. L'assicuratore ride forse nervoso quanto me e chiede in continuazione dove siamo ora, cos'è questo o quello; Hana (o un nome simile) siede alla mia destra e dice di aver mal di testa perché ha dormito poco, capisce tutto ma non parla affatto. Non so perché a quel punto mi sembrasse prudente non fare troppe domande, ridevo ad ogni sorriso. Alla stazione nord seguo Michela che in dieci minuti risolve tutti i miei problemi, soldi biglietto e qualche buon consiglio. Mi chiede se voglio stare con loro, mi dà il suo numero e vuole che la chiami più tardi. Le manderò un messaggio e nei giorni seguenti sentirò anche l'assicuratore. Mi piace pensare ad un atteggiamento materno e paterno. Son fatto così...
Paesi, villaggi e baracche scorrono lenti, in armonia con l'avanzante oscurità. Cibo e qualche birra prima di dormire, tra un ponte metallico e urla di ragazzi tra gli alberi. Mi piace. Alle 5 AM raggiungo finalmente il buon Darko che aspettava assopito alla stazione, sono molto felice.
Non ha senso raccontare i giorni seguenti (il lettore stronzo – tipo me – penserà alla citata quotidianità; e sei stronzo perché non capisci quanto sei immerso in essa, e smettila di pensare solo a te stesso). Posso però regalarvi una canzone, che forse riassume tutti i motivi che avevo in testa, non so perché…

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