mercoledì 17 febbraio 2010

Soru parla di Bertolaso.

Renato Soru parla di Bertolaso e del mancato G8 a La Maddalena in un'intervista rilasciata alla Nuova Sardegna. Cosa emerge? Che finché c'era Prodi al governo, i lavori procedevano nella via della legalità. Poi arriva Berlusconi, e Bertolaso, forse per fare bella figura con il Vecchio Puttaniere Rincoglionito, decide che la fisioterapista non gli basta più e vuole farsi pure... la Maddalena.

- Soru, il G8 è stato un colossale fallimento?
«Un vetro rotto o un mattonella saltata dentro gli hotel alla Maddalena non possono autorizzare nessuno a parlare di fallimento. Diciamo che è un progetto - uno straordinario progetto di riconversione economica, sociale e anche culturale - che si è interrotto».


- Lei è un po' il padre di quel progetto. Qual è ora il suo stato d'animo?
«Il G8 ha tanti "padri". Eravamo nel 2007, l'Italia doveva organizzare il G8 del 2009, Prodi era il presidente del consiglio. Ricordo che per il G8 si pensava a un'isola, in modo che fosse facile da proteggere. Prodi stava pensando a Capri. Con il sostegno di Enrico Letta, sottosegretario, e di Arturo Parisi, ministro della Difesa, infine decise diversamente. Io proposi a Prodi di farlo alla Maddalena. E lui mi chiese se ero sicuro di farcela. Posso dire che li aveva convinti il progetto».


- Quello del "via i militari, ecco i turisti" lanciato alla Maddalena in campagna elettorale?
«E' ovviamente una cosa più complessa. Io mi sono occupato della Maddalena con convinzione, con coscienza. Mi ero impegnato perché la base militare degli americani andasse via. L'ho fatto anche per ragioni di sicurezza e perché pensavo che fosse una fonte di potenziale pericolo per la salute dei cittadini. Ma, compiuto quel passo, dovevo dare un'alternativa economica e sociale. Il G8 doveva essere lo strumento, e in parte lo è stato, per rendere praticabile un'economia turistica, basata sull'industria nautica».


- Bertolaso ha avuto il merito di credere a questo progetto, almeno inizialmente.
«Finché Prodi è stato presidente del consiglio, Bertolaso è stato molto corretto. Chiamava la Regione, concertava tutti gli interventi. Del resto, Prodi, nell'ordinanza sul G8, stabiliva che la struttura di missione doveva essere al servizio della Regione e della presidenza del consiglio. E così è stato fino a quando non è arrivato Berlusconi».


- Perché, che cosa è cambiato?
«La struttura di missione si è sentita più libera. Io ho conosciuto Bertolaso e ho potuto apprezzare le sue grandi capacità. Penso alla campagna antincendi. Nella gestione della Maddalena non ho riscontrato altrettanta efficienza e competenza. C'era un budget iniziale, tutto poteva essere realizzato con quei soldi. Poi, improvvisamente, i prezzi sono schizzati. Voglio raccontare un piccolo particolare. Potrà sembrare insignificante, ma a mio parere non lo è. Il porto dell'ex arsenale aveva uno straordinario banchinamento in granito, del 1800. E' stato cancellato, ricoperto con altro granito. Una spesa dannosa per la storia di quel posto, e per le casse pubbliche».


- Lei ha avuto più volte scontri con la struttura di missione, il suo carattere era messo sott'accusa...
«Il mio carattere non c'entra niente. Io non avevo forza per le mie qualità personali, ma perché me la dava la Sardegna e perché avevo la volontà di rappresentarla, quella forza, a difesa degli interessi della Regione».


- Infatti, in una telefonata del gennaio 2009, Bertolaso mostra di essere felice perché lei non è più presidente e perché può fare i bandi per gli alberghi come gli piace.
«Questo non lo so. Quella telefonata dimostra almeno due cose. Intanto che io non facevo parte di quel vasto sistema che oggi viene contestato. Anzi, ero un elemento di disturbo. Ma più ancora fa capire che non si aveva più il necessario rispetto delle istituzioni democratiche della Sardegna. Ero in campagna elettorale e non ero già più presidente, ma c'era un vicepresidente, Mannoni, con il quale Bertolaso avrebbe dovuto concertare i bandi di gara. Invece sono stati calpestati i diritti della Sardegna, e stanno continuando a farlo ancora di più dopo quel febbraio 2009».


- Ossia da quando Cappellacci è diventato presidente della Regione.
«Quei bandi sono stati quasi un esproprio. Perché hanno tolto alla Sardegna il diritto e il dovere di farli e perché hanno tolto alla Sardegna la possibilità di incassare la massima parte del canone d'affitto, soldi utili per recuperare le spese fatte per i lavori alla Maddalena. Il nuovo presidente della Regione non solo si è fatto sottrarre le proprie prerogative, ma ha addirittura difeso i risultati di quella gara, senza fare quello che dovrebbe».


- Sta dicendo che la gara per i due alberghi deve essere annullata e rifatta?
«Credo che la Regione, che è proprietaria delle aree e delle strutture, debba richiede la ripetizione della gara e di farla autonomamente. Non voglio entrare nel merito dell'inchiesta penale, e spero che tutti possano mostrare la loro innocenza, ma penso che la Regione, qualora le responsabilità venissero accertate, abbia il dovere di costituirsi parte civile per i danni subiti».




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1 commento:

Matthew ha detto...

Rutelli è appena entrato nella cerchia di persone/personaggi cui darei calci nel culo. La sua dichiarazione: "Bertolaso è un gran lavoratore onesto. Questo paese crocifigge chi fa."
Bene, il definitivo salto verso il partito del Vecchio Rincoglionito è compiuto, addirittura bypassando Casini. I radicali sanno produrre degli ottimi saltatori in lungo; fermiamoli da giovani e dirottiamoli verso l'atletica, invece che farli entrare in politica. Chissà che almeno lì non riescano ad ottenere medaglie di merito...