lunedì 24 maggio 2010

La spernacchiata celtica - Sottotitolo: chi di "fuori dai coglioni" ferisce, di "fuori dai coglioni" perisce.

Leghisti come clandestini. In Italia. Leghisti trattati come bingo-bongo musulmani. Uno shock, un trauma che, come tutti i colpi ricevuti improvvisamente (magari sotto la cintura), lascia interdetti. I leghisti, celtici, che considerano feccia tutto ciò che sta al di sotto, geograficamente, di loro (ignorando, sempre geograficamente, che la Lega Nord potrebbe essere considerata, che so dall'Austria, una Lega Sud, giacché la Terra ha forma sferica) si sono ritrovati, forse per la prima volta, dall'altra parte. Invece di essere loro a gridare "fuori 'qualcuno' da...", sono stati l'oggetto della stessa frase, quel 'qualcuno'. Fuori LA LEGA da. Tutto ciò è avvenuto nel pieno centro di Cagliari, ieri sera: la Lega presentava la Lega Nord Sardinia in appoggio ad un candidato "ribelle" del centrodestra, mandando in avanscoperta uno dei suoi elementi di spicco, peraltro recentemente trombato come candidato sindaco nel comune di Lecco, Roberto Castelli. Oppure, per dirla come piacerebbe a loro, preso a calci nel culo in terra natìa, dai suoi conterranei. Il progetto, la Lega Nord Sardinia, appariva ardito, ambizioso: tentare di conferire alla Sardegna uno spessore "celtico", indipendente dal resto dell'Italia, come la Padania. Un progetto di conquista incoraggiato dal boom leghista degli ultimi anni, e dalla risaputa "conquistabilità" dell'Isola. Dopo i Fenici, i Romani, gli Spagnoli, i Vip Cafoni, ecco i Leghisti. Al grido di "ve famo vedè come se fà" sono sbarcati nel capoluogo sardo, convinti forse di trovare folle messianiche in camicia verde, pronte a rendersi succursale del nord padano, e soprattutto disposte a bersi la favoletta del federalismo fiscale, on the rocks. Invece qualcosa è andato di traverso, da subito. Ad attendere gli ambiziosi leghisti non c'erano le folle (foto sopra), nè le camicie verdi; poche decine di persone, tutto qui. Avranno pensato: "questi meridionali sono sempre in ritardo, chi non fa un cazzo tutto il giorno non ha rispetto della puntualità". In realtà la folla, puntuale, è arrivata. Poco meno di quattrocento persone. Contestatori, che hanno cominciato a fischiare sonoramente, intonando il coro "Fuori la Lega dalla Sardegna" che risuonava liberatorio come il "pooooo popopopo poooooo" dei mondiali 2006 (canzone di ottimo livello inopinatamente rovinata dal tifo calcistico). Dopodiché sono cominciati gli insulti, gli sputi, e anche qualche lancio di oggetti. Poco democratico, lo so, però come direbbero a Roma Ladrona "quanno ce vò, ce vò"! E poi, ultimamente, la democrazia si esprime anche con parole e inviti poco carini... Castelli ha provato a spiegare che il federalismo alla Sardegna farebbe proprio bene, ma se non l'hanno ascoltato a Lecco, figuriamoci a Cagliari. Massidda, il candidato ribelle, ha provato a stemperare i toni, senza riuscirci; e quindi ha sibilato sul microfono "il dissenso mettetevelo nel culo". E allora tu, caro Massidda, nel culo mettiti una bandiera verde-lega. Asta compresa, mi pare ovvio! Il comizio è stato annullato frettolosamente, e Castelli se n'è tornato nella sua amata Padania, forse a spolverare la sua collezione di ampolle del Po. Massidda è rimasto (purtroppo lui era già qui), parlando di "pagina vergognosa" e del fatto che non s'è voluto nemmeno ascoltare quello che la Lega Nord Sardinia aveva da dire. Oh ma che bello: la Lega Nord grida, strepita, e con le orecchie ben tappate si guarda bene dall'ascoltare, però quando il suo grido e il suo strepitio non è sufficiente, allora pretende il diritto di essere ascoltata. Confesso che lì, ieri sera, avrei voluto esserci: per vedere le facce dei Leghisti che, all'improvviso, si vedevano come riflessi in uno specchio: minoranza a cui viene detto di andar via, in malo modo. Per una sera, forse, si sono sentiti rumeni, negribingobongo, musulmani, cinesi etc etc. Si è parlato di "pagina più vergognosa nella storia della Sardegna", ma a me tutto ciò è parso molto meno vergognoso di altri gesti, tipo, pesco a caso, portare un maiale a espletare i suoi bisogni nel terreno di una futura moschea. La serata si è conclusa con un falò di bandiere leghiste. E anche qui non ci vedo nulla di scandaloso: scene da paese medio orientale, è vero, ma non si può non riconoscere che l'Italia sta assomigliando sempre più pericolosamente ad un sultanato...

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4 commenti:

Markus ha detto...

I razzisti e antisemiti di sinistra non si smentiscono mai...dalle bandiere di Israele a quelle delle Lega...

Matthew ha detto...

Per una volta, ai leghisti è stato riservato il trattamento che loro adottano quotidianamente!

Anonimo ha detto...

a Markus: permettimi una curiosità, chi vi paga per scrivere tali stronzate?

Tore ha detto...

certo che ce ne vuole a indignarsi perché ci passa la Lega...