venerdì 30 luglio 2010

L'otto per mille.

Con l'otto per mille alla chiesa cattolica avete fatto molto... ora anche basta, dai.




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giovedì 29 luglio 2010

Soru scatenato! I video.

Per chiunque avesse manifestato un certo scetticismo di fronte al mio paragone di ieri, Renato Soru-Jack La Motta, ecco le prove visive. Un incontro in quattro round, in cui il nostro PD (Pugile Democratico...) ha menato come un fabbro, e addirittura in alcuni frangenti ha ricordato un po' Bud Spencer, in quelle scene in cui, sommerso da decine di uomini, ne veniva fuori respingendoli all'unisono come solo lui sapeva fare! Quattro round in cui le ha suonate a tutti di santa ragione, come ora vi mostrerò (per accedere alla visione cliccare sulle parti in verde);

Primo round: I nullatenenti del pensiero e il TG3 delle mogli
qui assesta un paio di ganci, tanto per gradire, a vari membri della maggioranza. Il più deciso lo rifila ad Ignazio Artizzu, ex giornalista del TG3 regionale, e comincia a lavorare ai fianchi il nostro presidente precario della Regione.

Secondo round: Siamo intrisi di berlusconismo - La mafia in Sardegna
Cappellacci è all'angolo, e Renatino randella che è un piacere! "Al corpo! Al corpo!" sembra di sentire dai banchi dell'opposizione... Soru ci va giù pesante, ed è un peccato che non si possa vedere il volto di Cappellacci, che io immagino livido e sanguinante. Ad un certo punto, Renato, utilizza il termine "pedissequo": in quel momento Cappellacci comprende di trovarsi di fronte ad un peso massimo...

Terzo round: Chi c'era su quell'elicottero?
Piccola divagazione per chiarire alcuni punti sfuggiti ad Artizzu, forse stordito dal gancio al mento ricevuto in precedenza. Oggetto del contendere è un posacenere...

Quarto round: Questa legislatura è finita
Il gran finale, come le Voci Celestiali di A Saucerful of Secrets! Round più breve dei precedenti, ormai Cappellacci barcolla e Renatino, con un ennesimo duro colpo, lo manda al tappeto. L'arbitro comincia il conteggio, in attesa che Ugo si rialzi; arrivato a 8, il presidente precario è sempre a terra, inerme, privo di sensi, ma al 9 viene risollevato in qualche modo dai suoi secondi... E' salvo, ma i postumi dello scontro se li porterà dietro per un bel pezzo.

Note a margine: i titoli dei "round" sono ispirati dagli interventi dello stesso Soru; la foto è stata scattata durante la manifestazione di martedì: io ero presente in qualità di reporter della Room, e per questo motivo avevo con me, come ogni reporter che si rispetti, il fotografo di fiducia. La foto è stata scattata da quest'ultimo, in esclusiva per la Room!



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mercoledì 28 luglio 2010

Mozione di sfiducia: Cappellacci si salva.

Cappellacci è salvo: la mozione di sfiducia presentata dall'opposizione è stata bocciata. 44-27 il punteggio, con due astenuti. Non è servito, purtroppo, all'opposizione votare compatta, vince sostanzialmente il ricatto. Le palle di Cappellacci (e Berlusconi) continuano a rimanere appese ad un filo: ora si prospetta un rimpasto, e il tentativo sarà arduo. Accontentare tutti coloro che hanno salvato la pelle di BabbEolo (vignetta tratta dal sito di Sardegna Democratica), poichè di questo si tratta; il suo salvataggio è vincolato al rimpasto, che sarà disseminato senz'altro di richieste, pressioni e attacchi. Insomma un clima di tensione che potrebbe portare ad un logoramento, che già si è cominciato ad intravedere. Ieri mattina, inoltre, all'esterno della sede del consiglio regionale, si è tenuta la manifestazione di protesta organizzata da Sardegna Democratica; io c'ero, e con tutta onestà devo dire che non è stato esattamente un successo. L'orario di inizio era fissato per le 10, alle 9:30 ero già lì. Solo. I miei propositi bellicosi si andavano ridimensionando: avevo lucidato per bene la mia scarpa destra che fremeva all'idea di stamparsi tra le chiappe di Cappellacci... E pure al risveglio avevo dovuto riporre nel cassetto i miei propositi notturni alla "bombarolo" di DeAndrèana memoria: chè già mi ero immaginato come il Jean Reno di Leòn, avvicinandomi a Cappellacci gli avrei detto: "Questo te lo manda Renato...BOOOOOOM!!!". Avrei sacrificato centinaia (in realtà solo decine...) di innocenti, quindi ho desistito. Il mio motto è diventato "Fiducia nella sfiducia" mentre il numero di persone lì presenti si rafforzava: 2,3,4,6, anzi no 5, uno si era fermato soltanto per chiedere l'ora... Nel frattempo arrivava qualche consigliere, snobbato dai più. Intravedevo il Presidente Morale della Regione Sardegna, Renato Soru, che si avviava all'ingresso. Più che una manifestazione, sembrava un incontro casuale di persone che volevano informarsi su ciò che stava accadendo; le masse oceaniche ormai si raccolgono soltanto dietro compenso, e quella di ieri sembrava una manifestazione del Pdl quando non c'è Berlusconi... Non credo che il numero totale di partecipanti abbia superato, nel corso della prima mattinata, le 50 unità. Lungi da me le critiche: preavviso breve, orario scomodo, clima che favoriva la sudorazione... Insomma, definirei il tutto come una "manifestazione mediterranea" (il copyright non è mio). Sbagliata invece la scelta dell'urlatore cui affidare il megafono: "1,2,3 non vogliamo la P3" non si può proprio sentire! Per risultare almeno un pochino graffiante s'è dovuto affidare ai cori da stadio, tipo "Ugo vergogna torna nella fogna"... Più originali i cartelli, tra cui il più riuscito era un'esortazione: "Ugo, torna nell'ombra". Dunque tra un frizzo, un lazzo e un gesto istrionico (e dopo una salutare pausa ristoratrice) si è giunti a mezzogiorno, quando Renato Soru è uscito all'esterno per tastare il polso della manifestazione. Esattamente in quel momento, quanto mai provvidenziali, giungevano i precari del "Treno della cultura", il cui corteo ha rivitalizzato, nei numeri e non solo, la manifestazione. In mezzo a tutto ciò sono riuscito ad incoraggiare il nostro Renato con una stretta di mano e un "Buon lavoro"; il seguente "tentativo di foto a sua (di Renato) insaputa" ha avuto un esito imbarazzante, ai limiti della tristezza. Forse anche questo mi ha spinto ad andar via poco dopo, intorno alle 12:30...
Questo il mio resoconto. Ora la cronaca della seduta del consiglio, infuocata da un Renato che somiglia sempre più al miglior Jack La Motta: Soru scatenato...!

CAGLIARI. La mozione di sfiducia contro Ugo Cappellacci è stata respinta dal centrodestra (perché nessuno vuole le elezioni), ma ha comunque provocato un terremoto in Consiglio regionale: nonostante l’esito del voto di 27 «sì» e 44 «no», il governatore, pur esaltando il proprio operato e dicendosi sereno e tranquillo e respingendo le accuse «becere» a proposito dell’inchiesta giudiziaria sull’eolico, ne è uscito più debole e la maggioranza più lacerata proprio alla vigilia della verifica politica.

L’altra notizia è che Renato Soru si è riproposto come leader del centrosinistra. E’ stato lui, con una sapiente gestione dell’aula, ad accendere le polveri al termine di una giornata con pochi spunti di interesse: intervenendo nel dibattito con un discorso critico ma pacato e quasi esprimendo solidarietà al rivale indagato, l’ex presidente ha evitato di essere preso di mira dai leader del centrodestra e dal governatore nelle conclusioni, poi, replicando al suo successore a nome dell’intera opposizione, ha sferrato un cazzotto con un esplicito «j'accuse» su «infiltrazioni» e «contiguità mafiose» a proposito delle frequentazioni di Cappellacci con Flavio Carboni e Raffaele Dell’Utri. Soru aveva messo nel conto che il suo j’accuse avrebbe ricompattato la maggioranza proprio nella parte finale della seduta. E così è stato: forse, però, era quello che voleva visto che, come ha sottolineato egli stesso, non si ricandiderà sino a quando non sarà assolto nel processo Saatchi: pare che occorrano almeno sei mesi e un’eventuale scioglimento anticipato del Consiglio in questa fase lo prenderebbe in contropiede.

(Tutta la brillantezza politica di Ugo Testa di Legno è immortalata in questa foto, ndr). Come mai Cappellacci è uscito più debole da una giornata apparentemente a suo favore? Non per le ragioni giudiziarie, perché, anzi, il centrodestra su questo punto lo ha difeso con convinzione, criticando aspramente i contenuti «giustizialisti» e le «strumentalizzazioni» del centrosinistra. Cappellacci è parso più debole sui temi politici. Intanto perché nel complesso quella della maggioranza nei confronti della sua azione di governo è parsa una difesa d’ufficio: basti pensare che persino dopo l’attacco finale di Soru i big del centrodestra sono dovuti intervenire in difesa del presidente su sua richiesta. Poi perché ci sono stati più distinguo del previsto: i Riformatori hanno ufficialmente minacciato l’appoggio esterno, i dissidenti del Pdl, pur senza calcare la mano, hanno lanciato diversi ultimatum, il Psd’Az ha rimandato il giudizio alla verifica delle riforme sull’indipendenza e solo alla fine, polemizzando con Soru, hanno esplicitamente rimarcato la fiducia a Cappellacci. Così come l’Udc ha posto con forza il tema dell’azzeramento della giunta dei tecnici per fare posto ai politici.

Il momento di difficoltà tra Cappellacci e la maggioranza (compresi diversi settori del Pdl) è emerso e forse si è aggravato. Nel suo intervento, il presidente ha fatto un elenco delle cose fatte in questi primi 17 mesi per rispondere alle critiche della mozione. Sull’inchiesta giudiziaria si è limitato a dire di aver «chiarito tutto» con i magistrati e di aver «bloccato l’eolico sporco», alla minaccia di sciopero generale fatta due giorni fa dal sindacato e ripresa da molti interventi dell’opposizione, ha risposto dicendo che si tratta di un «giusto stimolo» e che ora si avranno «risposte adeguate». Nessun riferimento alla verifica politica e al rafforzamento della giunta, anzi esaltazione degli attuali assessori. La cosa ha turbato i consiglieri del centrodestra, che si aspettavano risposte precise e che proprio durante l’attacco frontale di Soru - replicato subito dopo da altri dell’opposizione con relativa richiesta di dimissioni immediate - hanno lasciato in massa i loro banchi per improvvisate riunioni fuori dall’aula: il clima era pesante. Tanto che lo stesso Cappellacci ha chiesto di sospendere la seduta per qualche minuto. Ed è in questo clima che nel fine settimana dovrebbe iniziare la verifica del rilancio.

Fonte: La Nuova Sardegna



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sabato 24 luglio 2010

Se ci fossero più suore così, forse ci sarebbero meno preti pedofili...

E magari anche meno preti omosessuali (questa è sottile solo per la redazione di Panorama...)




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venerdì 23 luglio 2010

Intelligenti e cretini, pigri e ambiziosi. E babbei presidenti...


"Gli uomini si dividono fra intelligenti e cretini, pigri e ambiziosi. Ci sono i cretini pigri, normalmente irrilevanti e innocui; ci sono gli intelligenti ambiziosi che possono assolvere compiti importanti, anche se le più grandi imprese, in tutti i campi, vengono quasi sempre realizzate dagli intelligenti pigri. Una cosa però va tenuta a mente: la tipologia più pericolosa, da cui ci si possono aspettare i più gravi disastri e da cui bisogna guardarsi con la massima attenzione, è quella dei cretini ambiziosi".

Erwin Johannes Eugen Rommel (detto anche "Wüstenfuchs", la volpe del deserto)


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giovedì 22 luglio 2010

Luca Barbareschi, un grande bluff.

"Il Pdl è solo un partito di sudditi, fa gli interessi di Silvio e di Mediaset". Con questa dichiarazione si apre, su Repubblica di oggi, un'intervista a Luca Barbareschi. Citando Soru (che si riferiva a Gasparri) potrei dire su Barbareschi: politico di cui non ho nessuna stima. Ma siccome lui è pure attore e regista, allargo il pensiero anche alle sue altre attività; e l'intervista di oggi ha confermato quanto penso di lui. Per due motivi: 1) "scopre" a 60 anni cose risapute da circa una ventina, anno più anno meno. Si definisce finiano e capisco perchè: entrambi si sono svegliati "tardi". 2) Dice queste cose da deputato del Pdl. Si è appena svegliato, sulla coerenza deve ancora lavorare... Inoltre per me, Luca Barbareschi è anche un motivo di vergogna: è stato eletto deputato nel 2008 nella circoscrizione Sardegna: la deriva politica dei miei conterranei, a ben guardare, era cominciata allora, per poi sfociare nell'ubriacatura collettiva delle regionali 2009. Ricapitoliamo: deputato del Pdl, corrente finiana, si definisce socialista. Nessun corto circuito, nè provocazione (come potrebbero obiettare i suoi estimatori): immagino sia uno dei tanti esempi di socialista-craxiano. Dopo questa breve introduzione, occupiamoci ora dell'intervista, o meglio delle parti più interessanti.

"Conosco Berlusconi come le mie tasche, ha preso in giro me e gli italiani. Il Pdl è il Partito dei Ligi agli ordini e Mediaset frena gli interessi del Paese". Oh ma buongiorno Luca, ben svegliato!! Hai dormito bene in questo ventennio, sì?! Superata la metà del 2010, Luca Barbareschi è sbarcato in Italia, quella vera, non quella in cui s'è candidato deputato. Proseguiamo.
E' deluso da quello che ha visto dentro al Palazzo?
"Quando sono venuto qui pensavo che avrei fatto politica, non gli interessi del premier. Ma non ho mai creduto granchè nel Pdl". Ho sempre sentito parlare della grande "intelligenza" di Luca Barbareschi: dalle prime due frasi penso di poter dire che è diventato intelligente ieri sera, non prima... Anzi, direi che parla come l'ultimo degli sprovveduti!
Ha detto che Berlusconi è mal consigliato, lo pensa ancora?
"Sì. Il problema è chiedere a Berlusconi cosa vuole fare da grande: lo statista o l'uomo di comunicazione? Tutto insieme non si può fare. Se diventi premier hai bisogno di qualcuno che ti consigli di occuparti solo del bene del tuo Paese. Basta vedere quello che accade nelle comunicazioni. Telecom licenzia migliaia di lavoratori, in Francia nello stesso comparto ne assumeranno centomila in tre anni". Se l'intelligenza, poca, è arrivata ieri sera, la lucidità ancora non gli appartiene. Cosa vuole fare Berlusconi da grande?! Ma che minchia dici?! Non è ancora sufficiente quello che ha fatto finora...?
In Italia invece?
"Mediaset frena gli interessi del Paese. Blocca tutto, ne fa una questione di monopolio, controlla la Rai, frena La7. Berlusconi gestisce le nomine Rai, fa fatturare alla Rai Endemol che è sua, distrugge le piccole aziende di contenuti". In pratica, leggendo tra le righe, il monopolio berlusconiano ha frenato anche lui e il suo ultimo programma su La7, "Barbareschi Sciocc" (che, deduco dall'intervista, stava per "sciocco"...). Ma non solo, prossima domanda...
Non è che ha il dente avvelenato perchè Mediaset ha bloccato un suo film?
"Ma che mi frega? Il problema è più serio". Aaaahhh...
E il problema è Berlusconi?
"Siamo già al dopo Berlusconi. Lo accompagnerei giusto fino a fine mandato. Ma qualcosa deve cambiare. Manca di rispetto al Paese e ai lavoratori. E a noi deputati: non possiamo essere trattati come sudditi mentre si trasforma lo stato in un bordello. L'unico che ha un valore è Fini, un vero statista". Luca Barbareschi: un grande bluff!

La chiusura lascia qualche speranza agli intelligenti, quelli veri: "E' l'ultima volta che mi butto in un'avventura così". Speriamo...


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mercoledì 21 luglio 2010

Mozione di sfiducia a Ugo Cappellacci, il presidente-babbeo.


CAGLIARI. Sarà discussa martedì la mozione di sfiducia che il centrosinistra presenta oggi contro Ugo Cappellacci (nella foto mentre si conta le dita delle mani. Probabilmente non si fida di me: qualche giorno fa gli ho detto che erano dieci e ha voluto controllare personalmente... ndr). L’offensiva arriva in un momento difficile per il centrodestra: la verifica politica stenta a decollare, si sta intensificando lo scontro nel Pdl sul potere interno, si acuiscono le divisioni sulla manovra correttiva del Bilancio, che infatti oggi potrebbe essere «asciugata».

La mozione di sfiducia. Secondo il regolamento consiliare, il documento che, se approvato, provocherebbe le dimissioni del governatore e quindi le elezioni anticipate, deve essere annunciato in aula per essere discusso e votato dopo tre giorni. L’assemblea di via Roma si riunirà dopodomani, venerdì, per esaminare una mozione urgente (primo firmatario Roberto Capelli, dell’Udc) sulla sanità.

In quella occasione, la presidente Claudia Lombardo fisserà la data di discussione della mozione di sfiducia: non è ancora ufficiale, ma si pensa a martedì. I capigruppo del centrosinistra hanno dato alla mozione un contenuto «prettamente politico», cioé il più possibile staccato dall’inchiesta sull’eolico che vede Cappellacci indagato per concorso in corruzione e abuso d’ufficio. E confidano in crisi di coscienza nella maggioranza di centrodestra, anche se nessuno si illude che il documento (che viene votato a scrutinio palese) possa essere approvato: c’è il terrore delle elezioni anticipate.

Lo scontro nel Pdl. Proprio nel momento meno adatto per Cappellacci, si sta intensificando la battaglia nel maggior partito della coalizione. Il capogruppo del Pdl, Mario Diana, che secondo indiscrezioni sarebbe nel mirino della riorganizzazione interna che il «supervisore» Claudio Comincioli suggerirà a Silvio Berlusconi, ha convocato per domani la riunione dei trenta consiglieri regionali del Pdl. L’ordine del giorno ufficiale prevede un confronto sulla verifica di giunta annunciata da Cappellacci e concordata con tutti i partiti di maggioranza. Ma è probabile che Diana ponga in discussione anche l’operazione Comincioli: egli sinora è stato l’unico a esporsi denunciando «le interferenze» nella politica regionale e in particolare nelle «prerogative del gruppo consiliare». Diana ha smentito di voler fare l’assessore in cambio della rinuncia alla carica di capogruppo. Ci sarà una rivolta contro Comincioli? Si vedrà. La cosa potrebbe rovinare sul nascere l’operazione verifica e il relativo rimpasto di giunta.

La verifica non decolla. Anche ieri Ugo Cappellacci ha tenuto solo pochi contatti telefonici con i vertici dei partiti e dei gruppi della maggioranza, ma non ha ancora convocato riunioni informali. Secondo indiscrezoini, il presidente starebbe prendendo tempo per attendere un cambio al vertice del Pdl, in modo che le decisioni sul rinnovato accordo del centrodestra, sul programma e sulla giunta siano prese dal nuovo gruppo dirigente. I tempi, naturalmente, dipendono dalle decisioni sul vertice del partito: se saranno immediate, la verifica potrà attendere, altrimenti gli alleati spingeranno comunque Cappellacci ad avviarla.

La manovra correttiva.
La situazione politica è talmente tesa che ieri nel centrodestra è circolata l’idea di «asciugare» la manovra correttiva al Bilancio (tagli, risparmi e recupero di residui per un totale di 390 milioni di euro) eliminando tutte le parti normative più controverse: ad esempio l’abolizione di quattro agenzie regionali e altre modifiche legislative (tutte sarebbero trasferite in appositi disegni di legge). La manovra diventerebbe «tecnica», come una «bonifica di bilancio», secondo l’idea originaria dell’assessore Giorgio La Spisa. La proposta di asciugare il tutto, che dovrebbe essere avanzata dal centrodestra oggi in commissione Bilancio, punta a evitare non solo il rischio dei franchi tiratori ma anche i tempi lunghi (ci sarebbero moltissimi emendamenti) non compatibili con l’esigenza di fare la verifica.

Fonte: La Nuova Sardegna


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lunedì 19 luglio 2010

Inchiesta Eolico: sbugiardato Cappellacci.

Dopo l'interrogatorio di 6 ore dello scorso venerdì, una cosa si può affermare con assoluta certezza: Cappellacci mente. Sapendo di mentire? Questo non lo so, per quanto mi riguarda è già tanto se è cosciente di avere cinque dita in ogni mano (Ugo, il totale è dieci... ok?). Analizziamo le sue dichiarazioni post interrogatorio, confrontandole poi con i FATTI, che comunque la si voglia girare, di dritto o di rovescio, contano sempre più delle parole. Nelle dichiarazioni rilasciate al Corsera, Cappellacci ha dichiarato:
1) "Sono stato un babbeo, ma solo al principio!": mezza verità. La parte corretta è la prima, la seconda direi di no. Lo smentiscono le intercettazioni. Verdini chiama Cappellacci con un'utenza telefonica intestata al Credito Cooperativo Fiorentino Campi Bisenzio; in quel momento Verdini è in compagnia di Flavio Carboni, esemplare della specie "homo faccendieris", con le mani talmente ficcate nella marmellata da non sapere più dove finiscono le mani e dove inizia la marmellata (infatti la telefonata la fa Verdini perchè Carboni non può tenere il cellulare in mano). Una volta in contatto con Cappellacci, Verdini lo mette in comunicazione con Carboni. Cappellacci esordisce: "Grande amico mio, come stai?"... Non mi sembra proprio la frase di un babbeo sprovveduto che non sa con chi sta parlando. Anzi, sembra l'approccio fra due amiconi, e infatti l'argomento della telefonata è presto affrontato: "una bella battaglia per la Sardegna". Anche questo, presto detto: l'assegnazione degli appalti per l'eolico.

2) (Riguardo al suo essere babbeo) "Quanto devo scontare per questo? Mi diano qualche giorno per dabbenaggine!": qualche giorno per dabbenaggine, d'accordo, ma poi c'è la pena per il reato di abuso d'ufficio, che andremo a vedere tra poco.

3) "La verità è che sono stato troppo educato e cortese, ne sono pentito.": altra falsità. Non è stato nè troppo educato, nè troppo cortese. Nè, naturalmente, pentito. Faceva semplicemente ciò che per cui si trovava lì: gli intrallazzi che riguardano l'eolico non sono nati dal nulla, di punto in bianco. Era una trama ben organizzata, che prevedeva un governatore/presidente di regione "amico", in modo da metterlo in contatto con gli "amici degli amici". Il suo compito? Semplicissimo, talmente semplice che avrebbe potuto eseguirlo pure un macaco rincoglionito... E infatti a Verdini non sarà parso vero di ritrovarsi Cappellacci governatore della Sardegna! Non c'era nemmeno bisogno che oliasse gli ingranaggi, era già tutto predisposto, lui doveva soltanto eseguire ciò che gli veniva ordinato. E veniamo al punto 4, quello decisivo.

4) "Non c'è un solo atto che io abbia fatto contro la legge": niente di più FALSO! Carboni, dagli uffici del gran cerimoniere di Cosa Nostra Marcello Dell'Utri, chiama Verdini. Un simposio di delinquenza allo stato puro!! E dice: "Oh Denis, caro scusami che non ti riconoscevo (? ndr), sto salendo qui da Marcello. Mi è stata comunicata una cosa importantissima e volevamo chiamarti con Marcello adesso, e cioè che il Farris (Ignazio, capo dell'Arpa), che l'hanno dato per nominato, intanto non è stata pubblicata da nessuna parte la sua nomina. Non sa cosa fare questo poveraccio e si sente preso in giro da tutta la Sardegna. Ma è mai possibile una cosa del genere? Sarebbe francamente un insulto, e poi te l'immagini che figura facciamo tutti? Ecco, ti è possibile chiamare il nostro Ugo (il macaco di cui sopra, ndr) per sapere...?". Verdini rassicura: "Sì, lo chiamo subito". Verdini chiama Cappellacci, che a sua volta telefona a Carboni (sono stato babbeo ma soltanto all'inizio, ricordate...?) e tranquillizza: "Tutto a posto. Il provvedimento ha efficacia dal primo settembre (2009, ndr)". Tutto molto chiaro: Ignazio Farris è l'uomo chiave alla presidenza dell'Arpa per avviare i loschi affari dell'eolico. E in questo frangente Ugo Cappellacci viola la legge: la nomina di Farris sarebbe dovuta avvenire, secondo la LEGGE, mediante una "procedura a evidenza pubblica", invece, uditeudite, è stato nominato per chiamata diretta del governatore Cappellacci.

Ce n'è a sufficienza per rassegnare DIMISSIONI IMMEDIATE.



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sabato 17 luglio 2010

Un giorno in Procura.

"Chiamo a deporre il presidente della Regione Sardegna". "E chi è...?". "Presidente Cappellacci, giura di dire la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità?". "Eh...?"
Il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, è stato sottoposto ad interrogatorio ieri nella Procura di Roma. Un interrogatorio-fiume, durato la bellezza di 6 ore. Probabilmente perchè lui non capiva le domande. Oppure perchè, causa eccessiva sudorazione, faceva fatica a leggere le risposte che si era appuntato sui palmi delle mani... L'accusa che pende sulla sua testa di legno è corruzione e abuso d'ufficio nell'ambito degli appalti sull'eolico in Sardegna. Negli ultimi giorni prima dell'interrogatorio, il peggior presidente regionale degli ultimi 150 anni cercava di minimizzare e tranquillizzare con dichiarazioni tipo questa: "Riprenderanno dall’inizio della prossima settimana gli incontri e confronti per il rilancio dell’azione politico-programmatica della maggioranza, lasciando alle spalle ogni altra questione". Alle spalle di chi? Forse dei sardi, ma lì tutte le "questioni" che non hanno a che fare con la trasparenza, l'onestà e l'incorruttibilità ci stanno da un anno e mezzo. Non solo, all'attacco delle opposizioni, che domandavano se il Presidente sarebbe stato in grado di assicurare il corretto e sano funzionamento della Regione, lui ha lasciato che fosse il suo portavoce a rispondere. Figura da studiare, quest'ultimo; giacchè il nostro presidente non parla, i casi sono due: o ne interpreta il viso inespressivo, oppure gli legge nel pensiero. O, molto più semplicemente, chi muove i fili di Cappellacci, scrive i comunicati del portavoce. Ma ecco la risposta: "A essere surreale è la nota del Pd da cui emerge la tendenza a sostituirsi alla magistratura e voler affrontare l’avversario politico, più che gli effetti della crisi economica". Da ciò potremmo intuire che la crisi economica si combatte con la corruzione e l'abuso d'ufficio, e in tal caso il nostro governo nazionale ha davvero fatto più di chiunque altro in Europa! Resosi conto che questa nota aveva scatenato un'ondata di ridarella più che di indignazione, ha deciso di intervenire personalmente, per provvedere: "Con senso delle istituzioni e fiducia nella magistratura potrò ricostruire un percorso coerente, rigoroso e virtuoso, compiuto nel solo interesse della Sardegna". Quando gli asini voleranno. Inoltre: "La mia giunta ha il merito di aver bloccato qualsiasi iniziativa speculativa sull’eolico", tralasciando di aggiungere 'dopo che siamo stati sgamati'. Infatti, le attività sospette tra giunta e affaristi speculatori sono andate avanti per 8 mesi, da agosto 2009 a marzo 2010, quando c'è stato il "blocco" di cui parla Cappellacci. A febbraio erano appena venuti a galla gli intrallazzi berlusco-bertolasiani in materia di G8, con effetti collaterali anche in Sardegna (stitichezza causata da orifizi serrati). Ecco quindi la risposta alla domanda da un 1 milione di €: che fine aveva fatto Cappellacci dopo la sua elezione? Si dedicava ad accontentare tutti quelli che l'avevano messo lì! Dopo un anno e mezzo di ricerche, avvistamenti, testimonianze anonime, finalmente l'abbiamo trovato: in Procura! E lì è dovuto rimanere per 6 ore, fortunatamente nell'unica stanza in cui funzionava l'aria condizionata (questa non è una battuta); buon per lui e per chi gli ha scritto le risposte sulle mani... Anche se fino all'ultimo, come suo solito, ha cercato di sottrarsi al suo dovere, tentando di incastrare una mano nella portiera, in modo da fratturarla e svignarsela in ospedale. Ecco la foto: con la sua tipica espressione...

Oltre alle risposte scritte a penna sui palmi, ha giustificato in questo modo i suoi rapporti e frequentazioni: "Sono una persona gentile con tutti. Il mio errore? Troppo educato con chi non lo meritava". Sempre simpatico e con la battuta pronta, Cappellacci. Adesso però basta scherzare, Ugo: DIMETTITI.



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martedì 13 luglio 2010

Prendete e mangiatene tutti.

Mi piace immaginare che possa essere stata questa l'esclamazione con cui Bruno Vespa ha invitato i suoi ospiti a tavola, nella illustre cena di qualche giorno fa: "Prendete e mangiatene tutti...", una citazione similcolta considerando le illustri presenze. Che andiamo doverosamente ad elencare: Cesare Geronzi e Mario Draghi, in rappresentanza del potere economico; Silvio Berlusconi e Pierferdy Casini, in rappresentanza del potere politico; il cardinal Tarcisio Bertone, in rappresentanza... di tutti i fedeli cattolici del pianeta, suppongo. E probabilmente a lui sarà piaciuta, questa citazione-invito da parte di Vespa, che era lì in rappresentanza del potere televisivo ma soprattutto perché il luogo in cui si teneva questo banchetto era casa sua (in affitto però, la casa in realtà appartiene a Propaganda Fide dunque, alla fine del giro con rimbalzo, il padrone di casa era Bertone...). L'introduzione da ultima cena non è stato l'unico tratto comune con l'ultima cena vera e propria; va da sé che, dato che si è venuti a conoscenza di questo incontro, tra di loro ci fosse pure un Giuda Iscariota. Chi? Ho dei sospetti ma li tengo per me. Per chiunque abbia l'intenzione di dire che non era una cena segreta, ma soltanto un innocente incontro tra conoscenti, riporto una battuta azzeccata che mi è stata detta in sede privata: se qualcuno, per fare uno scherzo, avesse bussato alla porta gridando "Aprite, polizia!", all'interno dell'abitazione ci sarebbe stato un fuggi-fuggi generale!
Insomma, tutti i poteri forti che tengono in mano il paese (mancano le mafie, direte voi: e secondo voi Berlusconi e Bertone che ci stavano a fare?!) erano riuniti a casa di Bruno Vespa. Giornalista. Qualcosa non torna. La miglior definizione del medesimo insetto venne fuori proprio in questo blog, oltre due anni or sono: in data 23 maggio (era un venerdì) 2008 fu definito, in un post scritto a quattro mani da me e James, "servo di tutti i poteri". La prova la trovate QUI. Insomma, i fatti, non per vantarci, confermano quanto dicemmo allora. E noi confermiamo in ugual misura la punizione da infliggergli: impiccagione per le palle. O catapulta, in alternativa. Ma le analogie con l'ultima cena non sono finite. Consumato l'antipasto, mentre riempiva il bicchiere con del vino bianco per mandar giù il nodo che aveva in gola, anche Berlusconi, tra il serio e il faceto, si è affidato ad una citazione: "Questo è il mio corpo, offerto in sacrificio per voi..." ha detto. Geronzi e Draghi l'hanno guardato come se fosse una delle sue solite battute, Vespa, come loro, non l'ha preso sul serio, pensando anzi tra sé e sé che quella battuta sarebbe stata uno dei pezzi forti del suo ennesimo libro prossimamente in uscita. Gli unici a capire che parlava con una sincerità per lui inusuale sono stati Casini e Bertone. Il primo ha tossito imbarazzato, capendo finalmente che Berlusconi non è il vero presidente del consiglio, ma anzi si barcamena facendo del suo meglio per dimostrarsi l'alleato più fedele della Lega in questa sbilenca maggioranza. Bertone ha sorriso, immaginando la sensazione di tenere ancora più stretta nel palmo della mano una delle palle di Silvio (l'altra la stringe in maniera altrettanto vigorosa Bossi); ma non solo, ha sorriso anche perché dotato di grande ironia, come tutti i porporati, del resto. Esempio: in pieno scandalo pedofilia, il papa disse: "I preti sono messaggeri d'amore". Non furono i pochi a pensare che, oltre a trasmettere amore, qualcuno di essi aveva trasmesso pure delle malattie veneree.
Top secret gli argomenti della serata, anche se pare che Berlusconi abbia tentato di imbarcare nella sua maggioranza Casini, forse pensando di non essere già ricattato abbastanza. Pierferdinando, restando fedele alla politica dei due forni, ha risposto con un deciso nì, aggiungendo che per convincerlo non saranno sufficienti 30 denari...



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